Tra sogno e realtà

  • Ottobre 4, 2010 20:00

Recentemente anche l’Iqbal è entrato a far parte della kermesse imbastita per abbattere gli spazi sociali senza se e senza ma, il tutto in nome degli interessi privati del capitale, niente ruspe, solo lurida burokrazia.

Siamo a rendere noto a tutti che l’Iqbal è in tribunale con la proprietà dei muri del circolo, tal Bazzigotti Paulo & c.
In ballo c’è lo sfratto esecutivo al 31 dicembre del 2010.

Finalmente potranno gioire tutti coloro i quali per un motivo o per l’altro hanno visto nell’Iqbal qualcosa di anomalo, sbagliato o semplicemente diverso. “Si sa che la gente da’ buoni consigli se non può più dare cattivo esempio”, recitava il poeta Fabrizio De Andrè…

Oppure potrebbe essere un’occasione di solidarietà, per tanti tra coloro i quali hanno socializzato negli anni negli spazi del circolo, realizzando o semplicemente accarezzando il proprio sogno di un altro modo di vivere possibile.

Non staremo a dilungarci né ad elencare le molteplici attività sociali alle quali il circolo partecipa o ha partecipato nè sul fatto che il circolo abbia sempre e con regolarità “onorato i propri impegni” verso una proprietà che, per campare, non sembrerebbe avere la necessità della rendita del circolo (basta fare alcune visure pubbliche in catasto per averne un’idea).

Parrebbe proprio essere dinnanzi ad una delle tante speculazioni immobiliari gestita, tra l’altro, in maniera forse piuttosto arrogante. Questi bei prodotti della classe yuppies degli anni ’80, neppure capaci di emulare la vecchia guardia padronale, vogliono procedere a “liquidare” lo spazio sociale Iqbal Masih al 31 dicembre 2010?

Ognuno è libero di pensarla come vuole, così come è lecito (la statistica parla chiaro) pensare che il potere vada a braccetto con gli interessi degli speculatori, legiferando (blindando sempre più all’interno di bandi e graduatorie di merito privilegiando sempre più l’aspetto economico, rispetto al lato umano e socializzante), intervenendo con regolamenti, ordinanze o sanzioni ai limiti della decenza (reprimendo ogni tentativo di riappropriazione dal basso o strangolando chi vorrebbe vivere in pace la propria socialità senza necessariamente trarne lucro), il tutto magari condito con sano “perbenismo” intriso di razzismo, fascismo e sessismo.

Ad oggi, il giudice che il 29 luglio ha presieduto l’udienza, si è riservato di decidere e stiamo ancora aspettando la sentenza.

Questo è tutto quanto ci premeva diffondere per evitare spiacevoli equivoci o malintesi. Ma crediamo sia un ulteriore mattone da inserire nel “muro” della resistenza a causa dell’innalzamento oggettivo del livello dello scontro nel quale, questa volta saremo direttamente coinvolti, insieme a tutti coloro i quali combattono, hanno combattuto o vorranno combattere per il diritto alla socializzazione senza fini di lucro, ognuno secondo il proprio modo di esprimersi.

Invitiamo chiunque sia interessato ad un approfondimento il giorno
4 ottobre 2010 alle ore 21
per parlarne insieme a noi qui al circolo.

Tanto ci premeva
Direttivo
circolo Iqbal Masih di Bologna